Trieste crocevia di culture
Viaggio nell'Ottocento triestino tra storia, arte, cucina e musica

______________________________________________
a Trieste
27 giugno| piazzale del castello di Miramare

promosso da Banca Mediolanum

Quando gli Asburgo d’Austria, poco dopo l’inizio del Settecento, decisero di investire sul futuro economico e commerciale di Trieste, la piccola cittadina adriatica si presentava ancora, agli occhi dei visitatori, definita dal tracciato delle sue antiche mura di età romana e medievale tra il colle di s. Giusto e il mare. Postasi dal 1382 sotto la protezione degli allora duchi d’Austria per sfuggire alle mire della Repubblica di Venezia, rivale da sempre, la «fidelissima» Trieste si apprestò allora a raccogliere, sotto il governo di Carlo VI e della figlia Maria Teresa, i frutti della sua secolare dedizione alla causa imperiale. L’assegnazione dello status di «porto franco» da parte di Carlo VI il 18 marzo 1719, segnò di fatto per Trieste l’inizio di un periodo di prosperità destinato ad arrestarsi solo con lo scoppio della prima guerra mondiale. Fu grazie a quella decisione storica e a tutte le misure in seguito adottate dagli Asburgo per il decollo e la crescita del nuovo emporio triestino, che nei due secoli successivi ebbe origine, dapprima sul tracciato delle vecchie saline – il futuro «borgo teresiano» – poi tutt’attorno l’antico centro storico o Cittavecchia, il volto della nuova Trieste così come noi oggi lo conosciamo. Dal 1740 al 1910 la popolazione passò da 6.000 a 230.000 abitanti mentre un nuovo ceto borghese di mercanti, banchieri, commercianti, imprenditori e liberi professionisti provenienti da ogni angolo della terra andò affiancandosi in breve tempo, nella gestione della cosa pubblica, al vecchio patriziato cittadino d’età comunale stabilendo un rapporto di fattiva collaborazione, non privo di difficoltà e contrasti, con i rappresentanti in loco dell’autorità imperiale. Fu così che l’emporio triestino divenne il più importante crocevia dell’Adriatico e il quarto centro urbano dell’impero dopo Vienna, Praga e Budapest, all’insegna di una commistione di popoli e di etnie ben sintetizzata dal suono strano e inconfondibile dei suoi mille differenti cognomi. Crocevia di genti e di culture, di lingue e di confessioni religiose, di strade e di rotte commerciali, di artisti e di intellettuali, la storia dei due secoli d’oro di Trieste costituisce ancora oggi un caso unico e un modello eccezionale di sviluppo produttivo specie se posto in relazione con quello dei restanti territori della nostra penisola. Una sorta di babele della modernità al servizio del profitto, risultato del tenace agire dell’uomo in società ispirato dall’idea di tolleranza e guidato dall’obiettivo della prosperità economica, come documentato dalla fioritura delle locali compagnie di assicurazione (1831 Generali, 1833 Lloyd Austriaco, 1838 Riunione Adriatica di Sicurtà), dei collegamenti ferroviari (1857 Ferrovia meridionale Trieste-Vienna, 1906 Ferrovia transalpina Trieste-Jesenice) e delle prime linee di navigazione a vapore (1818 Trieste-Venezia, 1837 Trieste-Costantinopoli). Come acutamente rilevato dal procuratore civico conte Domenico Rossetti de Scander – con Pietro Kandler, suo successore nella carica, e Francesco Hermet il più tenace assertore in chiave liberale dell’autonomia e dell’italianità di Trieste tra la prima e la seconda metà dell’Ottocento –, si trattava di una realtà che avrebbe potuto sopravvivere e prosperare solo nel quadro della monarchia plurinazionale degli Asburgo. E così fu. Lacerato dai contrasti ideologici interni e dissolto dai nazionalismi fratricidi di inizio Novecento, con la fine della Grande guerra il microcosmo di questa sorta di freie Stadt imperiale adriatica dei nostri giorni sparì in breve tempo senza quasi lasciare traccia di sé se non nei luoghi e nelle immagini, nei suoni, nei sapori e nei ricordi di un passato lontano e sbiadito ma quanto mai fortemente legato, ancora oggi, alla più autentica origine dell’identità triestina.

 

PROGRAMMA DELLA SERATA

Presentazione
a cura di Valentino Sani e Pamela Volpi

Aperitivo
Trieste crocevia di sapori
con Assaporando Banqueting

Presentazione storico-artistica con interventi musicali
Trieste crocevia di culture tra Settecento e Ottocento
con Luca Bellocchi e Valentino Sani
Canti tradizionali delle comunita' storiche di Trieste
con Tonia Giordano e Max Jurcev

Concerto
Da Vienna a Trieste sulle ali del canto e della danza

con il Quartetto Guadagnini

Cena
A tavola con gli Asburgo nella Trieste dell'Ottocento
con Assaporando Banqueting

Danze
A tempo di valzer
con Jari Jarc e Max Jurcev


ingresso gratuito su invito di Banca Mediolanum

Programma di sala

Foto